[fumetto]
Poema a fumetti
se non due lebbrosi laggiù in fondo. e suonavano le maledette campane
Il grande scrittore Dino Buzzati abbandona per una volta il terreno fertile dei romanzi e racconti, grazie ai quali ci ha regalato innumerevoli capolavori, per approdare come ospite d'eccezione al mondo del fumetto. Fra i suoi lavori per la letteratura non disegnata è obbligatorio ricordare il suo romanzo più famoso, "Il deserto dei tartari" ed alcuni dei tanti capolavori presenti fra i racconti brevi ("I sette messaggeri", "Sette piani", "Il mantello", "La fine del mondo", "Il colombre"), ben consci di stare trascurando tantissime opere straordinarie di Dino Buzzati. Nei racconti di Buzzati è presente una vena surreale e malinconica, spesso accompagnata da tocchi di soprannaturale e fantastico. Non parleremo qui del Buzzati scrittore, pur consigliando caldamente la lettura delle sue opere.
Per quel che riguarda il Buzzati fumettista possiamo sottolineare come Buzzati sia sempre stato appassionato di disegno, pittura (Buzzati è stato anche critico d'arte per il Corriere della Sera) e sicuramente anche di fumetto (basta ricordare la sua affermazione "Personalmente sono convinto che si tratti di una delle più grandi invenzioni narrative dei tempi moderni" riferita a Paperon de Paperoni). Il passaggio dalla scrittura al fumetto potrebbe sembrare una scelta abbastanza naturale date simili premesse, in realtà si tratta di una scelta molto coraggiosa. Coraggiosa perché Buzzati è già uno scrittore e giornalista famoso ed apprezzato quando decide di passare ad una forma di espressione considerata poco nobile e spesso malvista da critici ed intellettuali snob. Oggi gli scrittori che passano al fumetto e viceversa sono numerosi, all'epoca fu una scelta che sorprese molti. Buzzati approfitta della tecnica del fumetto per fare ricorso in modo più esplicito e frequente, rispetto ai suoi racconti e romanzi, ad una componente erotica e sensuale e per mettere in mostra in modo meno velato gli aspetti misteriosi, soprannaturali e surreali della sua prosa. Ciò che nei racconti era lasciato all'intuizione, accenato o sottinteso, in bilico fra realtà e sogno (valga per tutti l'inutile eterna attesa da parte di Giovanni Drogo, di un ipotetico assalto alla fortezza Bastiani, nel "Deserto dei Tartari"), viene smascherato ed evidenziato in tutta la sua forza prorompente nel fumetto, che ha nelle immagini la sua ragion d'essere. Ciò che è stato sussurrato per tanti anni esplode con violenza dando libero sfogo ad immagini di demoni e fantasmi, creature fantastiche, inferni metropolitani e personali, donne sensuali e provocanti.
Il fumetto assume spesso l'apparenza di un libro illustrato, privilegiando tavole con un'unica grande vignetta e testo in calce rispetto ad una più fumettistica suddivisione della tavola in vignette che consentano di organizzare in maniera più cinematografica e visiva l'azione ed i dialoghi. Ma il testo non assume la predominanza tipica del libro illustrato, lasciando ampio spazio e libero sfogo alle immagini. Non mancano tavole articolate in più vignette e dialoghi espressi dai personaggi attraverso i caratteristici baloon, ma si tratta di eccezioni, non della cifra stilistica del Poema a fumetti.
Il fumetto rappresenta un'esperienza affascinante, capace di inquietare, far riflettere ed intrattenere trasportando il lettore negli sconfinati universi partoriti dalla fantasia di Buzzati.
(01/12/2008)