[storia]
Giamil lo sfortunato
In un'atmosfera da fiaba d'oriente, perfettamente resa dai disegni di Dino Battaglia, si dipanano le vicende di Giamil, un povero ciabattino costantemente perseguitato dalla sfortuna.
La storia parte tra i vicoli del Cairo, in mezzo a bancarelle e commercianti, dove Giamil cerca di guadagnare qualcosa gestendo una bancarella da ciabattino.
In questo modo viene in possesso di un paio di babucce rubate e del cui furto viene incolpato.
Cerca allora di fuggire dal paese ma lo vediamo incappare in una serie continua di disavventure e sciagure. Imbarcatosi per fuggire, viene gettato in mare durante una tempesta e approda in un paese lontano in cui la sua fama di 'sfortunato' non è nota.
Viene trovato esanime sulla spiaggia da un ricco mercante, che gli dà aiuto ed ospitalità. Cerca di ricambiargli la cortesia fingendo di essere un ricco mercante in viaggio per affari, ospite proveniente da un paese lontano.
A questo punto, come in ogni fiaba che si rispetti, entrano in scena il Sultano e il suo grandioso palazzo, la figlia del Sultano di cui Giamil si innamora ed ovviamente il perfido Visir che cerca di insidiarla.
Quando gli eventi sembrano precipitare e per la testa del povero Giamil (impegnatosi col Sultano a far arrivare una carovana di 1000 cammelli carica di stoffe e gemme preziose, in cambio della mano della figlia) sembra non esserci più niente da fare, ci penserà una specie di genio della lampada (Shaddad, figlio di Ad) a risolvere la situazione ed a dimostrare come Gialil, in fondo, sia una persona piuttosto fortunata.
La storia, ispirata liberamente a fiabe popolari arabe, è disegnata con grande maestria da Battaglia, che riesce a rendere al meglio l'atmosfera magica e fiabesca delle città d'oriente, tra cupole di palazzi inondati dal sole e languide atmosfere notturne rischiarate dalla luna.
(01/12/2008)